Come ogni settimana, il nostro socio Maurizio Poggi ci regala un entusiasmante racconto del suo viaggio lungo il fiume Lambro. Pezzi di storia che abbraccia diverse località presenti sul territorio del fiume lombardo.
Dall’Oasi di Baggero allo storico borgo di Lambrugo
Lasciamo Merone e la meravigliosa Oasi di Baggero. La corrente vivace ci porta verso la pianura ed il nostro Fiume Lucente lambisce un altro paese molto interessante: LAMBRUGO. Il nome deriverebbe dalla composizione delle parole celtiche “Lamber” (Lambro) e “bruig” (borgo) cioè “borgo presso il Lambro“.
Le prime tracce della storia di Lambrugo risalgono al V-IV secolo a.C., all’epoca della dominazione celtica sull’area del Lambro e le prime testimonianze sono state trovate in una zona sopraelevata rispetto all’attuale livello del fiume che allora scorreva molto più in alto.
Alla fine dell’Ottocento Lambrugo fu scoperta come località di villeggiatura: vi sorsero alcune belle residenze di campagna che, ristrutturate ed in parte rimaneggiate, danno ancora oggi al paese, un tocco di raffinata eleganza al paese.
Da qui infatti passa la Via delle Ville, percorribile a piedi ed in bicicletta.
Il tratto più bello della Via è il sentiero chiamato Ca’ di lader: si snoda nella parte nord del paese ed attraversa una zona boschiva un tempo frequentata da ladri e fuggiaschi e tra le numerose bellezze naturali offre la visione di una caratteristica cava di macine da muli-no, da tempo abbandonata.
Di notevole interesse Villa Puecher. Risale alla fine dell’Ottocento ed era la villa dove Giancarlo Puecher Passavalli si rifugiò assieme al padre ed al resto della famiglia, dando vita ad una brigata partigiana nell’area di Erba e la villa divenne un luogo di rifugio e punto di incontro per gli antifascisti. Nella piazzetta antistante il Municipio, si trova un piccolo monumento in memoria di Giorgio e Giancarlo Puecher, il primo deceduto a Mauthausen ai primi di aprile del 1945, il secondo fucilato a Erba dai fascisti nel dicembre del 1943.
Uno degli edifici più antichi e caratteristici del borgo di Lambrugo è il Monastero di Santa Maria. A metà dell’XI secolo era composto da un solo casamento da nobile di quattro stanze con sotto cucina e magazzino e sopra una sala adibita a refettorio. Col tempo, per rispondere meglio alle esigenze della comunità monastica, gli fu aggiunta una chiesa, consacrata ufficialmente nel 1518.
Oggi ospita il municipio ed assieme all’antica torre è da sempre il simbolo del paese.
Da Lambrugo ci addentriamo nel cuore verde del comune di Lurago
Poco sotto Lambrugo troviamo Lurago d’Erba, un paese letteralmente immerso nel verde, fin dall’antichità terra di cascine. Oggi è un comune con 5.400 abitanti e va ancora fiero del suo passato e delle molte case antiche ed abitazioni contadine ristrutturate con grande cura. La Ca’ Volta, ad esempio, è un complesso di cascine situato in posizione collinare, da cui si gode un’ottima veduta. Fra i luoghi più suggestivi di Lurago, in una splendida posizione panoramica, spicca Villa Sormani Andreani Verri (da non confondere con la Villa Sormani di Inverigo), costruita nel 1783, seguendo il sogno del Conte Alessandro Sormani che desiderava, per sé e la sua famiglia, una dimora che avesse le stesse linee architettoniche di una famosa residenza provenzale.
Dai suoi giardini all’italiana, con molte piante esotiche e pregiate, si gode una vista meravigliosa sull’Alta Brianza. La villa è stata costruita sulle tracce di un edificio preesistente del quale rimane visibile una torre con finestra gotica e conserva tuttora intatta l’architettura esterna mossa dal motivo del doppio portico. Oltre alla vocazione agricola, il paese ha sempre coltivato anche quella di un artigianato che si è poi evoluto in design. Lurago d’Erba, infatti, è rinomato per la lavorazione dei vimini, per la produzione di ceste e canestri, oggi oggetti anche molto raffinati.
Il comune Inverigo con le sue numerose ville signorili sparse nel territorio
Il Fiume Lucente scorre ed approdiamo ad Inverigo, nel cuore della Brianza comasca, che riesce ancora oggi a sprigionare un fascino d’altri tempi grazie alle numerose dimore storiche e residenze nobiliari, un tempo proprietà di ricche famiglie milanesi. Villa Romanò, Romanò Brianza, Cremnago sono alcune delle frazioni di Inverigo che hanno assunto notevole importanza poiché i paesi si sono sviluppati attorno a queste residenze nobiliari.
Per conoscere la storia e gustare l’essenza di Inverigo, si può iniziare dalla Chiesa di Santa Maria della Noce, in posizione appartata rispetto al paese. Secondo una leggenda, due fanciulli, persi nella boscaglia, vennero aiutati dalla Vergine Maria apparsa loro col Bambino, sopra un noce. In un ‘altra si narra di un boscaiolo rimasto gravemente ferito mentre abbatteva un noce con l’ascia. Nei paraggi non c’era anima viva e sarebbe morto dissanguato se la Vergine, apparsa tra i rami dell’albero non lo avesse salvato. Questi avvenimenti sono collocati in un giorno imprecisato del 1501 e dal 1519 sul luogo dell’evento, venne realizzata una chiesetta in pietra, diventata poi un Santuario.
Santuario di Santa Maria della Noce – Inverigo (Como)
Il progetto nasce dalla scuola di Pellegrino Tibaldi. La facciata a capanna della chiesa ha una severa e classica bellezza in cui spicca il portale di legno intagliato. L’interno, in stile gotico, possiede un grande vano centrale quadrato sormontato dalla cupola a calotta cieca e illuminato dalla luce proveniente dalla lanterna allungata. Cupola e volte sono decorate con lacunari e rosoni. All’interno si trova anche una piccola Pinacoteca tra cui spicca una pala del Morazzone che raffigura San Carlo, oltre a diverse pregevoli opere di Antonio Campi, Francesco Crivelli e Gian Domenico Caresana.
Il complesso del santuario si chiama Piazza Mercato perché, per secoli, fu il mercato del rame e dall’800 fino all’ultimo dopoguerra vi si teneva il principale mercato dei bozzoli della Brianza.
Le altre attrazioni del comune di Inverigo (Como)
Un punto di grande attrazione è il Viale dei Cipressi: uno spettacolare corso alberato, realizzato nel XVII secolo dai marchesi Crivelli, che unisce Villa Cagnola con l’oratorio di Sant’Andrea al Navello. Dal Viale dei Cipressi si raggiunge Villa Crivelli, nota come il Castello di Inverigo, situata su di una collina che domina la valle del Lambro, un tempo castrum medievale, trasformato in dimora aristocratica, con un porticato neoclassico disegnato da Leopoldo Pollack.
Un ambiente tipicamente agricolo incornicia Villa Sormani nella tenuta di Pomelasca, affiancata dalla Cascina Teresa e dalla Cascina Fulvia. Molto suggestiva la Chiesetta Rossa, una Cappella Gentilizia edificata, in epoche moderne, in stile romanico lombardo. Un lungo viale alberato porta al belvedere. Uno esteso giardino all’inglese, accoglie numerose essenze rare ed una magnifica scalinata in pietra detta la Scalinata del Gigante con al culmine la statua di Ercole.
Circondata da cipressi e pini, sul colle più alto di Inverigo, svetta La Rotonda, vero gioiello architettonico di Luigi Cagnola, autore dell’Arco della Pace di Milano. Diventata uno dei simboli del paese, è visibile e riconoscibile a distanza per la caratteristica cupola da cui ha preso il nome.
La villa si presenta come un corpo a pianta centrale sormontato da una grandiosa cupola emisferica e da un magnifico belvedere.
Sul fronte Sud, su un sistema di terrazze degradanti si inseriscono delle cariatidi e dei telamoni giganteschi attribuiti allo scultore Pompeo Marchesi. Il grande parco è ricco di conifere di alto fusto, Cedri del Libano e Pini Marittimi.
La frazione di Cremnago nel comune di Inverigo (Como)
Nella frazione di Cremnago, su un’altura in posizione dominante, spicca la settecentesca Villa Perego. Oltre alla villa padronale il complesso include un giardino all’italiana con fontane e alberi, una cappella con il campanile, le scuderie e una limonaia realizzata da Giuseppe Piermarini, l’architetto del Teatro alla Scala di Milano.
Inverigo non è solo ville, ma offre anche grandi attrattive per gli amanti della natura. Dal Giardino Botanico del Bosco della Bressanella fino alle Foppe di Fornacetta, un’area umida tra la frazione omonima ed il Lambro, ricavata da una vecchia cava di argilla abbandonata. Ospita, tra l’altro, rospi smeraldini e tritoni punteggiati, oltre ad una novantina di specie di uccelli.
Ma l’attrazione particolare e rappresentata dall’Orrido, monumento naturale che permette di osservare il fenomeno delle sorgenti pietrificanti (acque limpide che, depositando il calcare, favoriscono la nascita di nuove rocce), tra gli affioramenti di ceppo. È caratterizzato dalla presenza di alcune sorgenti che si formano in prossimità del contatto con l’argilla sotto il ceppo e dalle sue particolari condizioni micro-climatiche locali Tra i vari tipi di sorgenti ci sono i fontanili, caratteristici dell’area milanese.
L’intera area dell’Orrido è preclusa ai visitatori, essendo inserita in una vasta proprietà privata, completamente recintata.
Il Grande Fiume Lucente scorre vivace e noi ci lasciamo portare dalla sua corrente fino al prossimo approdo di Briosco.
Maurizio Poggi dottore Agronomo, cultore di storia dell’agricoltura e delle trasformazioni indotte dal monachesimo nella pianura milanese, con particolare riferimento alla regimazione delle acque ed alle opere di bonifica attuate dall’Ordine Cistercense.
Vice Console Regionale del Touring Club Italiano, attento alla indicazioni dei soci fondatori del sodalizio che si riproponevano di……..far conoscere l’ Italia agli italiani………