Non molto distante da Graffignana (LO), sorge la cascina Vimagano. Siamo sulla sponda destra del Lambro.
L’attuale denominazione sembra si possa collegare a vicus magnus e fa ipotizzare la presenza di un centro di epoca romana, importante, considerato l’aggettivo magnus, forse proprio per la felice posizione vicino al fiume, che certo doveva facilitare le attività commerciali e quindi determinare la prosperità del entro stesso.
Una tomba ad incinerazione da vimagano presso Graffignana
Della “Vimagano romana” non rimangono resti archeologici di strutture insediative. E’ possibile invece collegare a questo centro alcune sepolture a incinerazione romane, venute in luce nel 1094, nel 1905, nel 1928 e nel 1966, rispettivamente in località Grazzaretto, Moranessa e Spadazza, “nei pressi di Graffignana” e in campo Bragliette a Vimagano. La modesta distanza tra tutte queste località consente di supporre che si possa trattare di un’unica area cimiteriale, collegata appunto con il centro di Vicus magnus.
Di particolare interesse sono gli elementi di corredo della tomba rivenuta a campo Bragliette nel 1966. Ne fanno parte infatti gli elementi decorativi del letto funebre, che veniva posto sul rogo e i cui resti venivano poi raccolti e deposti nella tomba con gli altri oggetti del corredo. Si tratta di due teste di leone in terracotta e di una testa di Dioniso, di una ciotola e di due fusaiole, che portano a definire la sepoltura come femminile. Essa si data al I secolo d.C.
Arredi di lusso di età romana
Queste appliques di terracotta, che decoravano le spalliere delle lettighe funerarie, erano prodotte in Lomellina tra la metà del I e gli inizi del II secolo d.C. Esse risultano diffuse a Ovest del Ticino, a Gropello Cairoli, a S. Materno, a Morsella di Vigevano, nel Biellese e ad Angera, proprio lungo l’asse fluviale del Ticino. Le appliques di Vimagano costituiscono la testimonianza più orientale di questa classe di materiali, che si ipotizza possano esservi giunte attraverso le strade che collegavano Ticinum (Pavia) con Laus Pompeia (l’attuale Lodi Vecchio) e Placentia. Proprio la Ticinum- Placentia attraversava il Po nei pressi della statio Lambrum, l’attuale Lambrinia, che non è molto distante da Graffignana.
L’articolo è stato scritto dall’archeologa e museologa, nonché Console del Touring Club Italiano di Lodi, Dott.ssa Germana Perani
Germana Perani è un’ Archeologa e museologa
Dopo la laurea in etruscologia e la specializzazione in antichità celtiche mi sono specializzata in museologia con un master di II livello a Roma e una laurea specialistica all’Accademia di Macerata. Mi sono dedicata allo studio del collezionismo archeologico e dei musei.
Ho curato da conservatore il progetto museologico della sezione archeologica del Museo Civico di Crema e del Cremasco e da consulente quello del museo Laus Pompeia di Lodi Vecchio.
Sono autrice di pubblicazioni di archeologia, museologia, collezionismo archeologico.
Faccio progetti di allestimenti museali
Da marzo curo la rubrica “Storie da museo” sul quotidiano Il Cittadino di Lodi.
Sono guida turistica abilitata per Lodi e Milano e progetto itinerari turistici con approfondimenti letterari.
Dal 2004 sono console TCI per Lodi e dal 2021 sono socia ICOM