Il viaggio di Maurizio Poggi lungo il Fiume Lucente attraversa un territorio molto variegato, ricco di storia, arte, cultura, beni ambientali e paesaggistici che devono essere valorizzati e tutelati.

Inverigo, Il Cavo di Diotti e La Diga delle Fornaci

Abbiamo visto che al Cavo Diotti le acque del fiume sono soggette a stretto controllo e ad interventi di regimazione per salvaguardare le strutture urbane e produttive a valle. Uscendo da Inverigo troviamo un’altra opera idraulica fondamentale: la Diga Delle Fornaci.

Larga 12 metri può contenere fino a 950 mila metri cubi di acqua in un’area di esondazione in un vasto territorio della Valle del Lambro posto tra i comuni di Inverigo, Veduggio con Colzano e Nibionno.
Quando previsioni del tempo indicano l’arrivo di intense perturbazioni, i tecnici del Parco iniziano a monitorare l’andamento del fiume e delle Bevere suoi affluenti. Quando questo raggiunge livelli di attenzione, viene attivata la diga di Pusiano (Cavo Diotti) per ridurre la portata del fiume.

Cosa succede se l’acqua del fiume Lambro continua a crescere?

Se, per effetto soprattutto degli affluenti, il Lambro continua a crescere, allora entra in funzione la diga delle Fornaci che, attraverso una chiusura parziale delle paratoie, forma un lago a monte dello sbarramento. Alla fine dell’evento, con un’apertura progressiva delle paratoie, le acque del lago vengono poi rilasciate nel Lambro in condizioni di assoluta sicurezza.

Dopo la ristrutturazione nel 2015 del Cavo Diotti, che, come abbiamo visto, è la diga più antica di Italia e regola le acque del Lago di Pusiano, la Diga delle Fornaci e la Cava di Breno, una vecchia cava dismessa ed utilizzata come area di esondazione, costituiscono il sistema di difesa idraulica che mette in sicurezza la Valle del Lambro rendendo sempre meno probabili le piene del fiume che interessano i comuni rivieraschi e le città di Monza e Milano.
Tutte queste attività sono gestite dal Parco Regionale della Valle del Lambro.

Comune di Briosco e Il Parco Regionale della Valle del Lambro

Il Parco della Valle del Lambro è stato istituito con Legge Regionale numero 82 del 16 Settembre 1983. All’atto istitutivo comprendeva 33 Comuni e le Province di Milano e Como. In seguito, il numero di comuni è passato a 35 e si è aggiunta la Provincia di Lecco di nuova istituzione. La sua attuale superficie è quindi di 8.107 Ha di cui 4.080 Ha di parco naturale.

Il suo territorio si estende lungo un tratto del Lambro lungo 25 chilometri, che presenta caratteristiche differenti, compreso tra i laghi di Pusiano ed Alserio a Nord ed il Parco della Villa Reale di Monza a Sud. Il territorio del Parco comprende le zone collinari della Brianza milanese e comasca e la zona dei laghi che rappresenta quella di maggior interesse naturalistico. Entrambi i laghi sono infatti Siti di Interesse Comunitario (SIC).
Siamo arrivati a Briosco. Il territorio è tipicamente collinare ed ha le sue massime elevazioni sulla collina di Capriano (m 327) e su quella del Simonte (m 314) che offrono punti panoramici di grande interesse.


Buona parte del territorio comunale rientra nei confini del Parco Regionale della Valle del Lambro e le aree più interessanti dal punto di vista ambientale sono il tratto della valle del Lambro e la valle della Bevera, che conservano ampie zone di verde agricolo e di boschi. L’area boschiva più importante è quella detta della “Gagiada“, che si trova appunto nella valle della Bevera, tra Briosco e Capriano.

Il borgo di Briosco e le sue meraviglie


Non vi sono notizie certe su Briosco prima dell’anno Mille. Il borgo doveva essere sorto certamente prima di questa epoca, forse per iniziativa di un nucleo longobardo e doveva essersi formato per aggregazione di alcune corti rurali attorno ad un centro fortificato costruito a guardia della valle del Lambro.


Nel 1289 Briosco conta ben quattro chiese, dedicate rispettivamente a San Vittore, Sant’Ambrogio, San Gregorio e San Maurizio che facevano capo alla pieve di Agliate. Nel Medioevo è citato anche un insediamento femminile dell’Ordine degli Umiliati.Di antica origine sono anche i Mulini nella località Peregallo, documentati dal 1402, ma sicuramente più antichi, poiché figurano fin dal 1237 tra le proprietà del Monastero Maggiore di Milano.

Si possono ancora vedere i resti del mulino quattrocentesco che è arrivato a comprendere fino a sei palmenti. Di questi ne restano ancora solo due, purtroppo non più funzionanti. L’ultimo palmento ha macinato per buona parte dell’ultimo decennio del Novecento. L’edificio è inserito in un contesto rurale che ancora mostra con forte evidenza la sua origine e funzione.

Briosco: Cariggi il lago scomparso

Intorno alla metà dell’Ottocento, lungo il Lambro, si installò una cartiera rimasta in attività fino al 1975, mentre nella frazione di Fornaci si era sviluppata una fiorente produzione di laterizi, grazie alle locali cave di argilla. Oggi questa attività è completamente abbandonata, ad eccezione di una piccola fornace ancora attiva: la Fornace Artistica Riva.


Gli appassionati naturalisti, che girano con il binocolo aspettando per ore di scorgere il volo di qualche uccello raro, possono trovare nella Brianza cementificata una vera e propria oasi naturale che attira diverse specie di volatili. L’Area dei Cariggi, un lembo di terra che si estende per circa 5 kmq tra i comuni di Briosco, Renate, Veduggio e Besana collegando il Parco della Valle del Lambro al Parco della Valletta, In origine i Cariggi erano un grande lago che progressivamente si è riempito dei depositi alluvionali, diventando una torbiera piena di giunchi, da cui deriva il suo nome, dal dialetto Carecc, giunchetto, tipica erba di palude, che veniva usata per “lisciare” le sedie. Il paesaggio dei Cariggi è molto articolato e come tale costituisce l’ecosistema ideale per la sopravvivenza degli uccelli.

I suoi ambienti d’acqua, i prati, le siepi ed i campi incolti, ormai rari, perché sostituiti da agricoltura industriale o da estese aree residenziali, permettono a pennuti grandi e piccoli di trovare cibo, acqua e materiale per costruire i nidi. È per questo, che nell’area dei Cariggi, diversi uccelli nidificano e trovano protezione e ristoro durante le migrazioni. L’oasi non è un paradiso solo per ornitologi e naturalisti, ma anche per comuni escursionisti che percorrendo i molti sentieri possono osservare, sullo sfondo la sacra montagna dei brianzoli, il Resegone fino ad allungare alla Chiesuola del Vianò di Renate dedicata a San Mauro

Il ciliegio selvatico di Zoccorino di Besana

Facciamo ora una altra piccola incursione fuori da Briosco per andare a Zoccorino di Besana per “incontrare” l’albero secolare diventato una vera istituzione: ha una “sua” pagina Facebook e moltissime altre pagine web ne parlano; è classificato come “il Ciliegio più grande della Lombardia” e fa parte dell’albero secolare che rappresenta la Regione Lombardia nel Giardino dei Parchi dell’Unità d’Italia, a Roma, dove dimorano i gemelli delle piante monumentali più importanti della penisola.

Esplorando il museo Rossini Art Site di Briosco


Torniamo a Briosco per immergerci in un’opera assolutamente originale il Rossini Art Site: un parco di sculture di 10 ettari, adagiato tra i colli, nel cuore verde della Valle del Lambro.
La sua posizione suggestiva ed il panorama aperto sulle Alpi, l’hanno reso il luogo ideale scelto dall’imprenditore e mecenate Alberto Rossini per ospitare la sua collezione di arte del Secondo Novecento, tra cui sono spiccano opere di artisti di fama internazionale come Pietro Con-sagra, Bruno Munari, Giò Pomodoro, Fausto Melotti, Andrea Cascella e Grazia Varisco, per citarne solo alcuni.

Rossini Art Site secondo il desiderio del suo fondatore è un grande spazio accogliente, dove il visitatore è invitato a sperimentare un’esperienza non convenzionale dell’arte moderna e contemporanea, senza rinunciare ad una giornata all’aperto, immerso nella natura.
Fulcro del luogo è certamente il pavillion di accesso al parco, progettato dall’architetto newyorkese James Wines, esponente della Green Architecture, maestro di design ambientale e dell’architettura organica, che ha dato vita a Briosco ad un progetto in grado di dialogare perfettamente con il territorio circostante, integrando arte, ambiente e architettura in un unico concetto.
Il parco mantiene oggi la sua vocazione dinamica aperta a recepire stimoli nuovi attraverso l’acquisizione di opere e la collaborazione con artisti di fama internazionale

La discesa continua. Agliate ci aspetta.